«II Governo si apra al confronto»: edilizia e territorio Silvia Marzialetti Sole 24 ore Edilizia e Territorio 11-APR-2005
"E adesso il Governo ritiri le impugnative presentate contro il condono regionale". È il segno che Maria Rita Lorenzetti, per la seconda volta presidente della Regione Umbria, chiede all'Esecutivo, all'indomani delle ultime elezioni, che hanno sconvolto la geografia della Penisola.
Una richiesta importante, da parte di chi sa di aver guadagnato una posizione di forza. Con i risultati del voto del 3 e del 4 aprile, infatti, non è cambiata soltanto la maggioranza politica nelle regioni (undici Autonomie conquistate dal centro-sinistra, due riconfermale al centro-destra, sei quelle «transumate» dal secondo al primo blocco, comffreSa la linea Maginot costituita da Piemonte, Lazio e Puglia), ma anche l'assetto interno alla conferenza Stato-Regioni.
Ai veterani Formigoni e Galan (al loro terzo mandato) e Lorenzetti, Errani, Martini e Bassolino (al loro secondo mandato), si affiancheranno infatti, alla loro prima esperienza da governatore, Bresso, Burlando, Marrazzo, Loiero, Spacca, Del Turco e Vendola.
Nel cosiddetto parlamentino dei governatori, la prossima riunione sarà dunque caratterizzata da un nuovo assetto: 17 presidenti appartenenti allo schieramento di centrosinistra (considerando le due Province autonome di Trento e Bolzano) e quattro del centrodestra.
Equilibri che, in parte, erano tuttavia già mutati nel corso degli ultimi due anni, con i successi elettorali di Riccardo Illy in Friuli Venezia Giulia e, l'anno scorso, di Renato Soru in Sardegna, ma che adesso conferiscono alla Stato-Regioni un volto completamente mutato. Ed è per questo che, soprattutto i veterani, fanno sentire la loro voce.
«È come se per anni avessimo parlato lingue diverse - continua la Lorenzetti - specialmente su temi quali la casa, le città i trasporti, per non parlare del condono che, oggi come oggi, avrebbe alcuna chance».
L'altra nota dolente sono le infrastrutture. «Bisogna fare chiarezza sui fondi disponibili per le opere, evitando, come è spesso accaduto in passato, quei continui rimandi tra Cipe e pre-Cipe. È necessario - conclude -che il Governo si sieda al tavolo e indichi le priorità».
Sotto accusa anche le mancate programmazioni. «In alcuni settori come contratti di quartiere e difesa del suolo si è sfaldata l'idea della programmazione e si è sempre proceduto per manovre spot. Adesso si tratta di fare uno sforzo collettivo serio».
I primi nodi che la «nuova» Conferenza dovrà sciogliere riguardano sanità e federalismo fiscale (il tanto contestato decreto legislativo n. 56).
Appuntamento più lontano nel tempo, invece, per le norme tecniche su progettazione e costruzione (che ha già incassato il primo sì dei delegati il 30 marzo) e con il regolamento appalti. Lo scontro si profila duro anche sul fronte della riforma costituzionale.
In attesa che l'Esecutivo si pronunci sulle priorità, i neo governatori hanno già annuciato le proprie.
In campo infrastrutturale, i fronti più interessanti risultano essere quelli di Piemonte e Liguria. Nella prima Regione la neo-governatrice Bresso ha garantito che porterà avanti il progetto della Torino-Lione, nonostante le prese di posizione contrarie (si veda il pezzo in basso).
Nella top four annunciata dal neo governatore ligure Claudio Burlando, all'indomani delle elezioni, figurano il recupero ambientale del Golfo di La Spezia, la chiusura dell'altoforno di Cornigliano (l'ipotesi è quella di sviluppare il ciclc a freddo dell'impianto siderurgico); il recupero e il riutilizzo delle aree della ferrovia dismesse recentemente a Ponente, in particolare in provincia di Imperia, il salvataggio della Ferrania.
«Partiremo dal territorio, un territorio inteso come risorsa, da valorizzare», aveva annunciato l'ex ministro dei Trasporti e sindaco di Genova.
«La Liguria -ribadisce -può tornare a essere uno dei principali attori del sistema logistico europeo».
Uno degli obiettivi è la promozione di un unico sistema portuale integrato del Tirreno settentrionale, che comprenda gli scali di Savona. Genova e, appunto. La Spezia.
Sul fronte ferroviario, il neo governatore dovrà vedersela con nodi fondamentali come il il raddoppio della Genova-Ventimiglia e della Pontremolese, la realizzazione de) nuovo passante di Genova e del Terzo valico. Anche se quest'ultimo fronte avrebbe, secondo Burlando, poco appèal sulla gente. «Io sono andato tra la gente per 11 mesi a cercare di capire di cosa avevano bisogno, e ho capito che il Terzo valico interessava poco».
Raddoppio dell'Aurelia e realizzazione della gronda stradale di Genova, le priorità dal punto di vista stradale.
Difficile fare previsioni sugli assessori regionali di futura nomina, ma il nome che circola con maggior insistenza è quello di Claudio Montaldo (diessino, assessore ai Lavori Pubblici uscente del comune di Genova), dato quasi per certo all'Edilizia.
In Puglia l'obiettivo con cui il neo governatore Vendola si è presentato agli elettori è «rompere il modello gerarchico e centralistico che ha dominato, sin dall'inizio, il governo regionale del territorio in Puglia».
Tale filosofia si riflette anche nel sistema dell'urbanistica regionale «caratterizzato da una posizione tecnico-politica centralistìca, procedurale e burocratica».
Tale critica coinvolge anche il Drag, che la Regione insegue da anni. «È stato costruito prevalentemente dalla expertise tecnica con scarsa partecipazione pubblica».
Secondo Vendola è necessario sostenere i comuni nella faticosa attività di rinnovamento della pianificazione comunale e rendere più trasparenti i meccanismi di approvazione di conformità dei piani. Il neo governatore intravede inoltre la necessità di una legge regionale complessiva sulla politica per la casa e sull'erp; cui si accompagni una riforma degli Iacp. Tra gli obiettivi anche J'integrazione del fondo sociale per il contributo ai fitti e l'incentivazione dell'offerta di abitazioni in affitto in risposta alla nuova domanda di giovani e anziani.
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