Verdi: il silenzio-assenso mette a sacco l'ambiente 13-APR-2005 Gazzetta di Modena - Reggio - Nuova Ferrara
Ultimo giorno per i subemendamenti del governo
ROMA. Scade stamani alle 10 il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti del governo al decreto legge sulla competitività. In base a un emendamento al decreto, potrà entrare in Italia un numero di lavoratori stranieri stagionali, per i settori dell'agricoltura e del turismo, superiore alle quote fissate nell'anno precedente. La deroga potrà essere stabilita con un decreto del presidente del Consiglio. Inoltre le società concessionarie di autostrade dovranno versare all'Anas un canone annuo pari all'1% dei proventi derivanti dai pedaggi, allo scopo di garantire all'Anas introiti sicuri, «consentendole un incremento delle entrate proprie» per facilitarne l'uscita dal perimetro della pubblica amministrazione. Ma il tema che ha suscitato una vivace polemica viene dalla regola del silenzio-assenso per le procedure amministrative, anche per quel che riguarda i beni culturali e ambientali, eccetto che per quelli specificamente tutelati. Lo prevede un emendamento al decreto sulla competitività presentato dal relatore Cosimo Izzo, che recupera nel decreto la norma prevista, negli stessi termini, dal dell che inizia oggi il suo iter alla Camera.
Il silenzio dell’ammininistrazione competente equivale a provvedimento di accoglimento della domanda senza necessità di ulteriori istanze o diffide», il testo specifica che la regola non si applica a procedimenti «finalizzati alla tutela del patrimonio culturale e paesaggistico e dell'ambiente», oltre che alla sicurezza. Dunque, la regola del silenzio-assenso vale per tutti i beni ambientali e culturali non sottoposti a specifica tutela.
Il senatore dei Verdi Sauro Turroni, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera accusa: la regola del silenzio-assenso rischia di «mettere a sacco l'Italia». L'emendamento esclude dal meccanismo del silenzio-assenso «atti e procedimenti finalizzati alla tutela del patrimonio culturale e paesaggistico e dell'ambiente». E, quindi, «tutti gli altri interventi che comportano un'alterazione o distruzione dei beni beneficiano del meccanismo del silenzio-assenso», denuncia Turroni. «Basti pensare al centro storico di Venezia dove solo il 10% è sottoposto a tutela», spiega Turroni Così «continua il tentativo di mettere a sacco l'Italia». Il ministero dei Beni culturali respinge le accuse al mittente: «I procedimenti finalizzati alla tutela sono esclusi dai casi dì silenzio assenso previsti dal disegno di legge sulla competitività», afferma una nota ministeriale.
|