L'obelisco non decolla. «Motivi tecnici» Il Messaggero, Roma, 12/4/2005
Rinvio per il rientro dell'obelisco di Axum in Etiopia. L'operazione, ormai concordata da tempo tra governo italiano ed etiopico, sarebbe dovuta avvenire, in quattro fasi, nel corso di marzo, mentre la data per la cerimonia ufficiale era stata indicata nel 13 aprile. Ma, rendono noto - senza alcuna punta polemica, ed anzi scusandosi con quanti erano già stati invitati alla cerimonia - fonti ufficiali di Addis Abeba - ne dà notizia radio Nairobi, «motivi tecnici», non meglio specificati, hanno imposto un rinvio, e almeno per ora non sono state avanzate nuove date. L'obelisco di Axum, alto 24 metri, 160 tonnellate di pietra basaltica, simile al granito, probabilmente costruito 1.700 anni fa, fu portato via in tre pezzi - così come si trovava, mai era stato eretto a causa della sua altezza e del peso - dalle truppe di occupazione italiane nel 1937. Sulla sua sorte c'erano state lunghe trattative tra Roma e Addis Abeba, fino alla decisione formale finale di farlo rientrare nell'antica capitale religiosa etiopica di Axum, poco più di 800 km a nord daDa capitale. Non una restituzione, aveva precisato il sottosegretario agli Esteri senatore Alfredo Mantica, ma un regalo. «Abbiamo tenuto conto - ebbe a dire Mantica - che la stele sembra rappresentare il monumento per eccellenza dell'identità nazionale etiope: ci hanno chiesto di contribuire alla valorizzazione di tale identità facendo loro questo regalo, ed abbiamo deciso di dare una risposta positiva». Ma ora, sono sorti i motivi tecnici. Probabilmente, secondo alcuni osservatori, l'Etiopia non ha ancora avuto modo di risistemare la piccola striscia di terra dove attualmente atterrano i velivoli. Certamente, così come è, del tutto insufficiente per gli Antonov 124. Nel '37, paradossalmente, fu molto più facile. La stele fu trasferita in Italia via terra, una strada, peraltro, costruita dagli italiani, che è ancora lì.
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