Pubblica amministrazione : esteso il silenzio-assenso che snellisce le procedure Eugenio Bruno 11-APR-2005 Il Sole 24-Ore
La discussione parlamentare sulla semplificazione amministrativa può finalmente iniziare. Nei giorni scorsi è stato depositato alla Camera il disegno di legge sulla competitività, varato dal Consiglio dei ministri dell'11 marzo e contenente una serie di interventi anti-burocrazia. Il testo va in due direzioni: corregge la legge 241/90 sulla trasparenza amministrativa e accelera il processo di delegificazione.
Le origini. L'intento di modificare temi e procedure dei rapporti tra utenti e pubblica amministrazione nasce quasi trent'anni fa. Di semplificazione, infatti, si parla dalla fine degli anni '70, anche se i primi interventi risalgono al 1990. Mettendo a frutto i lavori della commissione guidata da Sabino Cassese, la legge 241 crea dal nulla il diritto di accesso agli atti, il silenzio-assenso, il responsabile del procedimento, la conferenza di servizi, la dichiarazione di inizio attività. Gli anni che seguono sono quelli dell'attuazione della "241". Protagonista è di nuovo Cassese, nelle vesti di ministro della Funzione pubblica nel governo Ciampi. Nel '94 il processo si interrompe. E resterà fermo per tre anni.
La svolta. Un nuovo impulso arriva con la riforma Bassanini nel '97. Prima con la legge 59, che riforma ampi strati dell'organizzazione amministrativa dello Stato e introduce la legge annuale di semplificazione; poi con la 127 (la cosiddetta Bassanini-bis) che introduce l’autocerlificazione. Uno strumento che ribalta il rapporto tra cittadino e Pa, ma che non incide più di tanto sulla vita delle imprese, che dovranno attendere ancora un anno per veder nascere, sempre da una costola della Bassanini, gli sportelli unici.
A essere coinvolti sono soprattutto gli atti di natura anagrafica, per i quali non è più necessario presentare l'apposita richiesta all'ente competente, ma basta la semplice dichiarazione dell'interessato. Fermo restando il compito degli uffici pubblici di verificare la veridicità di quanto dichiarato. Anche in questo caso, il periodo che segue è monopolizzato dalla fase di attuazione.
Il recente passato. Nell'ultima legislatura l'attenzione si sposta sullo snellimento legislativo. In questa direzione va sia la riforma Frattini del 2001, sia il piano di delegificazione e codificazione varalo nel 2003. Ancora una volta restano fuori gli ostacoli burocratici incontrati dalle aziende.
Le novità. Si arriva così ai giorni nostri. E, in particolare, ai due provvedimenti sulla competitività recentemente emanati dal Governo: il decreto legge che è attualmente al Senato per la conversione in legge e si limita ad ampliare l'ambito di operatività della dichiarazione di inizio attività; il Ddl che è appena arrivato alla Camera e contiene le novità più rilevanti.
In primis per le imprese, visto che estende l'auiocertificazione a ogni licenza, concessione o nullaosta (esclusi quelli in materia di difesa nazionale, pubblica sicurezza, amministrazione della giustizia, tutela della salute e della pubblica incolumità). Ma anche per il cittadino, dal momento che trasforma il silenzio-assenso da eccezione in regola. Ogni ente ha 90 giorni di tempo per provvedere, a meno che, per uno specifico procedimento, non siano previsti tempi più stretti. Anche in questo caso sono esclusi gli atti relativi al patrimonio culturale, paesaggistico o ambientale e quelli di competenza delle amministrazioni che si occupano di difesa nazionale, pubblica sicurezza e immigrazione. Il Ddl contiene, infine, anche una delega al Governo a stabilire entro tre anni quali disposizioni legislative statali, tra quelle emanate prima del 1° gennaio 1970, vadano lasciate in vita o magari accorpate e quali, invece, siano da abrogare.
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