"Staccare" e "strappare" affreschi, tre secoli di scempi [p.c.] Libero, 10-APR-2005
Spesso nelle didascalie delle mostre d'arte antica leggiamo: "affresco staccato". Adesso sappiamo che gli affreschi non si "strappano" più. Ma come si faceva a 'trasformare" un dipinto murale in una tela? La più vecchia metodologia di "trasporto" degli affreschi era la tecnica dello "stacco", che "prelevava" insieme al dipinto spessi strati di intonaco. Nel Settecento è stata invece messa a punto la tecnica dello "strappo', relativamente più "moderna", che sfruttava 1 azione di tiraggio di colle soltanto sul pigmento. L'affresco veniva prima consolidato con lo spruzzo di colla di caseina. Poi veniva applicata a caldo al dipinto una colla forte da falegname, su cui venivano disposte e pressate liste rettangolari di tela leggera. Procedendo dal basso verso l'alto (perché la colla non colasse), tutto l'affresco veniva coperto da due-tre strati di tessuto, che impiegava tra i due e i quattro giorni per seccare, a seconda della stagione. Quando gli angoli e i bordi delle tele cominciavano a sollevarsi dal muro era il momento di passare al distacco dell'intelaggio, su cui lo strato di colore doveva aver aderito perfettamente. A questo punto la tela veniva, rovesciata su un pancone o sul pavimento e ripulita da eventuali frammenti di intonaco. La fase successiva era il riattaccamento dell'affresco su una tela, una tavola o più raramente un altro muro. Utilizzando una colla di caseina molto diluita si stendeva della garza sul dipinto, e con un rullo la si faceva aderire perfettamente. Si lasciava asciugare e si procedeva poi alla svelatura, cioè alla rimozione delle tele usate per "strappare" l'affresco: il tessuto si staccava con spugne imbevute d'acqua (si impiegavano due/tre ore per ogni strato) e il dipinto era ripulito con lavaggi d'acqua calda per eliminare i residui di colla. A questo punto l'affresco depositato su tela era pronto per essere incollato sul nuovo supporto. Con una colla più densa della prima si spennellava la tela, poi il dipinto veniva pressato con un rullo cercando di non creare bolle, che eventualmente andavano "bucate" con spilli e di nuovo pressate.
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