Parchi regionali a caccia di fondi Giulio Ielardi Il Sole 24 Ore, 11 aprile 2005
AMBIENTE Dal 22 al 24 aprile in assemblea le realtà locali alle prese con problemi di budget e con i regolamenti
Gli stanziamenti con gli anni sono rimasti gli stessi - Bilanci in crisi nera Nel Lazio esplode il numero di addetti nelle aree L’Italia dei parchi regionali è chiamata a rapporto. Accade per la prima volta, dal 22 al 24 aprile prossimi, con l'Assemblea nazionale dei parchi regionali convocata dalla Federparchi a Castano Primo (Milano). Le assise straordinarie per tracciare il punto del cammino intrapreso e per affrontare i nodi irrisolti, a più di treni'an-ni dalla prima istituzione, quella del parco regionale del Ticino lombardo. All'indomani delle elezioni regionali, a livello locale la situazione appare in grande fermento. E dopo il decennio di forte sviluppo delle aree statali seguito all'approvazione della legge-quadro 394/91, con 6 parchi nazionali commissariati su 23 i maggiori segnali di dinamismo oggi si avvertono proprio in periferia. I lavori di Castano Primo partiranno da alcuni numeri. Oggi i parchi regionali italiani sono circa un centinaio, cui si aggiungono 300 riserve e 140 aree diverse di minore estensione. Le percentuali di territorio regionale proletto spaziano dallo zero quasi assoluto al 17%. ma se si considerano anche i parchi nazionali si giunge al 28 per cento. I piani. Non è la sede né un bel logo. come noto, ad attivare l'efficacia di un parco bensì soprattutto il suo piano territoriale. L'ultima ricognizione nazionale, effettuata oltre due anni fa dal ministero dell'Ambiente, parlava di un 46% di aree con piani in vigore. Aggiungendo però che più di un terzo li aveva in corso di redazione o in fase di approvazione. La situazione aggiornata che presenterà Federparchi fa registrare progressi, ma anche intoppi difficili da superare. Ad esempio in Sardegna, al parco di Porto Conte, il piano non c'è a sei anni dall'istituzione dell'area protetta. In Toscana manca all'appello iJ piano del parco delle Alpi Apuane, ostaggio dei cavatori del marmo e delle loro pressioni sui Comuni interessati. In Basilicata la Regione l'ha appena approvato per le Chiese rupestri del Materano. I nuovi parchi. In Lombardia tutto in regola per tre dei cinque parchi naturali finora varati (Monte Barro, Alto Carda e Ticino), su ventidue previsti- Nel Lazio gli uffici regionali hanno appena predisposto delle linee guida, ma sono ancora senza piano aree importanti come gli Aurunci o Bracciano-Maitignano. In Sicilia il parco dei Nebrodi ha adottato nel corso del 2004 il suo piano, un anno dopo quello dell'Etna, mentre il piano del parco delle Madonie attende già da tempo 1" approvazione definitiva da parte della Regione. In Trentino il parco di Paneveggio ha appena avviato la revisione del suo piano (è del 1996). Le risorse. Anche sulla questione delle risorse economiche assegnate ai parchi -— uno dei punti centrali che affronterà l'assise delle aree protette — l'Italia delle Regioni si conferma una realtà a molte facce. L'impressione generale è che gli stanziamenti siano rimasti negli ultimi tempi gli stessi, magari qualche volta pure ritoccati al rialzo: ma è la crescita numerica delle aree, da un lato, e l'assenza di una qualche forma di finanziamento statale dall'altro, ad aver messo in crisi i bilanci. Infine, altro nodo cruciale è quello del personale. Se c'è una Regione che nell'ultima legislatura ha fatto al riguardo un passo da gigante è il Lazio, dove le aree protette interessano un Comune su tre. Grazie a un ciclo di concorsi, guardiaparco, tecnici e dirigenti si sono più che triplicati e oggi raggiungono quota 525: un record, a lungo detenuto dal Piemonte che oggi può contare su 396 unità in servizio più una trentina di persone in Regione. In Lombardia i dipendenti degli enti gestori dei parchi sono 260 (però quasi la metà dei quali, e precisamente 110, in forze a due soli parchi: Ticino e Nord Milano) cui se ne aggiungono 25 all'Unità regionale competente. In Sicilia, nei quattro parchi esistenti lavorano attualmente 148 persone, più 17 in forza al Servizio regionale di Protezione del patrimonio naturale. Le dotazioni. Quanto alla dotazione dei singoli parchi, la situazione è ancora più varia. Si spazia da strutture all'osso come i parchi umbri, ai 3 dipendenti più direttore al Beigua in Liguria, ai 66 dipendenti del Ticino lombardo. Interessante in Emilia-Romagna l'esperienza messa in atto da numerose aree protette. Parchi spesso vicini e di piccole dimensioni stipulano fra loro una convenzione che regola la condivisione del personale per alcuni servizi.
L'obiettivo è il cofinanziamento A n'assemblea di Federparchi del prossimo 22 verrà presentata ad amministratori e addetti ai lavori di tutt'ltalia. È la nuova legge-quadro sui parchi dell'Emilia-Romagna (la 6/05), tra le più avanzate del panorama nazionale soprattutto per il tentativo di radicare davvero il sistema delle aree protette nella popolazione e tra le istituzioni. Pur nella complessità dei suoi meccanismi punta alla programmazione degli interventi, al pieno coinvolgimento di Province e Comuni, all'autonomia dei soggetti gestori. Ecco come. Assente nella precedente legge e ora a cadenza triennale, viene intanto istituito un Programma regionale delle aree protette e dei siti Matura 2000, che detta indirizzi, priorità, risorse e criteri di riparto, nuove aree da istituire ed è definito dal Consiglio regionale sulla base delle proposte di Province ed enti di gestione dei parchi. Alle Province vengono attribuite tutte le funzioni riguardanti gestione, individuazione e cofinanziamento delle riserve naturali, dei paesaggi protetti e dei corridoi di collegamento: esse approvano, inoltre, i piani e i regolamenti dei parchi. La legge garantisce anche ampia autonomia ai soggetti gestori dei parchi, che in Emilia Romagna sono consorzi di enti locali: liberi, entro i paletti stabiliti dalla legge, di decidere il proprio statuto e quindi individuare componenti (tra associazioni ambientaliste, agricole, eccetera) e poteri dei vari organi. Al comparto agricolo, poi, la legge dedica un'attenzione speciale, anche sulla scorta dell'accordo nazionale stipulato tra Federparchi e le principali associazioni di categoria, É lo fa creando un nuovo istituto, l'accordo agro-ambientale, cui viene affidato il compito di integrare maggiormente le istanze del comparto all'interno del piano del parco, pur senza obblighi per l'ente gestore, Oltre all'Emilia-Romagna, l'altra Regione che ha approvato nei mesi scorsi (ad ottobre) una nuova legge sui parchi è il Molise. Che, anzi, mai prima d'ora si era dotato di una normativa quadro sulle aree protette, restando l'unica Regione italiana a non aver recepito — tredici anni dopo — la 394. Nonostante la lunghissima gestazione, la legge non recepisce le novità maturate tanto a livello scientifico internazionale, come il dibattito sulle reti ecologiche (nessuna area protetta "di transizione" è prevista tra parchi e resto del territorio), che a livello normativo.
Comunicare per sopravvivere Gli anni del dilettantismo militante, forse, sono dietro le spalle. E anche i parchi si vanno attrezzando sul fronte della comunicazione, decisivo per rendere visibile l'attività e acquisire il consenso. All'Assemblea delle aree protette di Castano Primo troveranno un primo confronto esperienze consolidate accanto a significative novità. Ciascuno per sé o nel grande e ricchissimo portale di Federparchi (www.parks.it), la via di Internet è praticamente obbligata e inizia ad essere sfruttata con efficacia. Così, l'Adamello Brenta (Trentino-Alto Adige) invia newsletter periodiche ai giornalisti su tutte le attività promozionali, Vejo (Lazio) ha moduli scaricabili per le pratiche edilizie, all'Etna (Sicilia) sono liberamente consultagli informazioni cartografiche con la tecnologia Gis. E via navigando. Riviste e bollettini restano ad ogni modo gli strumenti più utilizzati, in particolare dagli assessorati regionali. Esempio insuperato da più di vent’anni è quel Piemonte Parchi che ogni mese arriva nella buca delle lettere di 9.000 abbonati paganti, cui si aggiungono altre 7.000 copie inviate gratuitamente a scopo promozionale e di documentazione a scuole, enti, centri visita. Alla Regione costa circa 90.000 euro l'anno più i costi redazionali, ma il ritorno in termini dì immagine è tortissimo. In Emilia-Romagna l'anno scorso è nata Storie Naturali, voluta e promossa dall'Ufficio regionale parchi. Parks è l'assai curata rivista dei parchi naturali alto-atesini, mentre Toscana Parchi, espressione stavolta del Coordinamento regionale di Federparchi sempre con finanziamenti regionali, ha attratto l'attenzione di un editore privato (la Ets di Pisa) e dal prossimo numero esce in edizione rinnovata. Ancora, iniziative in arrivo sono segnalate pure in Campania, Marche e forse Liguria. Ma la novità più significativa è il varo di una rivista mensile voluta dalla stessa Federparchi. Quanto ai contenuti, resta forte lo scarto tra l'impegno degli enti gestori ad offrire un'immagine più dinamica e complessa del parco e l'aspettativa degli utenti, che invece associano all'area protetta quasi solo immagini di natura incontaminata.
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