I segreti nascosti del castello virtuale Chiara Sottocorona Corriere Economia, 11 aprile 2005
Un progetto internazionale sfrutta multimedialità e interattività Al Buon Consiglio di Trento un computer palmare guida i visitatori Arte & Tecnologia
La Torre Aquila, nel Castello del Buon Consiglio di Trento, era un tempo una delle porte di accesso alla città. Le pareti e il soffitto sono affrescati con Il ciclo dei mesi, rara espressione dell'arte gotica europea, che racconta la vita e le attività dell'aristocrazia e del popolo nel 1400. Oggi è possibile riscoprire e ripercorrere questo «diario del passato» con nuove tecniche multimediali e interattive, basate sull'intelligenza artificiale, come hanno sperimentato nel mese di marzo i visitatori del castello a Trento. La visita «personalizzata» si può effettuare con un palmare, che viene rilevato da un sistema a infrarossi e a seconda della posizione in cui si trova l'utente fa partire dei filmati esplicativi proprio su quella porzione di affreschi che si sta guardando. Il visitatore può anche porre domande a voce e ottenere risposte visive o vocali. Allo stesso modo, nei prossimi mesi, sarà sperimentato il palmare per esplorare le collezioni di quadri del '600 e 700 in altre parti del castello: la Sala Grande, la Sala Scarlatti, la Sala della Stua e la Sala Albertiana. E per la Torre Aquila è in preparazione anche una visita virtuale, con navigazione in 3D guidata da un Avatar (un pittore del passato), attraverso i particolari degli affreschi riprodotti in alta definizione. Visitare un luogo d'arte o un museo allora può diventare davvero un'esperienza interattiva, appassionante, ed educativa? È la scommessa lanciata dal Peach Project—Personal experience with active cultural heritage—il progetto di ricerca internazionale che ha creato i prototipi tecnologici ora in sperimentazione al CasteDo del Buon Consiglio. È un progetto triennale, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, che si concluderà il prossimo novembre. Coordinato dall'Irst, l'Istituto di ricerca scientifica e tecnologica di Trento, diretto da Oliviero Stock, uno dei maggiori esperti italiani di Intelligenza artificiale, ha come partner il Dfki di Saarbruken, Istituto tedesco per la ricerca in intelligenza artificia- le e come collaboratori il National research council del Canada, la Columbia uni-versity di New York, l'Istituto di Cibernetica del Cnr di Napoli e l'università di Padova. Una ventina di ricercatori hanno partecipato finora al progetto, ma il coordinamento e la realizzazione dei prototipi avviene nell'Irst di Trento. «Abbiamo cinque divisioni di ricerca: tre dedicate all'Intelligenza artificiale e due dedicate a dispositivi di microelettronica e materiali. Da anni ci occupiamo della realizzazione di interfaccia intelligenti, basate su sistemi sensoriali—come il riconoscimento del parlato e la visione artificiale — e sistemi cognitivi, basati sul ragionamento automatico—spiega il direttore Oliviero Stock, 55 anni, già presidente dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza artificiale —. Nel caso del Peach Project l'obiettivo è di creare presentazioni multimediali adattive che tengano conto del comportamento dei visitatori. Vogliamo veramente offrire un'esperienza interattiva per la scoperta dei beni culturali, basandoci su un'infrastruttura software che abbiamo sviluppato con agenti intelligenti su una serie di prototipi». Per esempio una piccola telecamera, che potrà anche essere incorporata nel pannare: quando il visitatore la punta su un particolare di un quadro o di un affresco vede apparire in sovraimpressione sullo schermo le informazioni esplicative di quell'immagine, che si tratti di un personaggio, di un simbolo, o di un luogo. «Abbiamo un gruppo di ricerca sui microsistemi a base ottica, che insieme ai canadesi ha realizzato anche il prototipo di uno scanner 3D per ricostruire oggetti con grande precisione, anche su base cromatica, hi questo senso lavoriamo ad applicazioni soprattutto in ambito archeologico», precisa Stock. Ma la ricostruzione virtuale 3D è utilizzata anche per rendere più facile e divertente la visita ai musei. «L'intero Castello del Buon Consiglio è stato ricostruito virtualmente, in modo smontabile, come fosse un gioco del Lego—racconta Franco Dossena, architetto e collaboratore per il 3D del Peach Project —. Questa applicazione, realizzata insieme alla direzione del Museo, sarà disponibile in modo permanente a Trento dal prossimo novembre: i visitatori capiranno dal modello 3D come è costituito il castello o come si è modificato nel tempo e potranno accedervi anche a distanza, sul sito Web». Il Peach Project ha pensato anche ai bambini: un altro prototipo, realizzato insieme al Mitsubishi Lab, è basato su una tavoletta abbinata a un sistema di riconoscimento del parlato. «Lo schermo offre un'interfaccia tattile, con una scenografia, composta da diversi oggetti da muovere, e registra la voce degli utenti—conclude Stock —. L'esperienza che proponiamo ai bambini, dopo la visita, è di raccontare insieme una storia sulla base di ciò che hanno visto, n software di navigazione è incentrato sul lavoro di gruppo e funziona se i bambini riescono a creare un racconto condiviso».
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