Bologna, nell'ex Manifattura tabacchi ritrovata una diga medievale e una necropoli etrusca Andrea Carugati 09/04/2005, La Repubblica, ed. Bologna
BOLOGNA Una necropoli etrusca e una piccola diga medievale. Si presenta assai cospicuo il bottino dei ritrovamenti nel cantiere del parcheggio all'ex manifattura tabacchi di via Riva Reno. Tanto che, a causa della diga del 1200 scoperta nei giorni scorsi proprio al centro dello scavo, i lavori sono stati fermati. E non dovrebbero ripartire fino a quando la competente Soprintendenza non stabilirà il valore del ritrovamento e le operazioni necessarie per il suo recupero. Le ricerche sui sepolcri etruschi, invece, con l'analisi dei reperti in coccio e bronzo, vanno avanti da tempo e non hanno comportato alcun rallentamento del cantiere. La fine dei lavori, prevista per l'autunno, potrebbe slittare in avanti.
Una necropoli etrusca e una diga medievale in mattoni, risalente con tutta probabilità al 1200. Continua a sfornare sorprese il cantiere per un mega-parcheggio nel parco dell'ex manifattura Tabacchi, tra le vie Riva Reno e Azzogardino. Subito dopo l'inizio dei lavori, nel 2004, il ritrovamento di una ventina di sepolcri etruschi, a una profondità inferiore ai due metri: accanto ai resti umani frammenti in coc-cio e bronzo, che una equipe di archeologi sta pazientemente recuperando e catalogando, coordinata dalla Soprintendenza archeologica dell'Emilia Romagna guidata da Luigi Malnati. Un lavoro che «dura da mesi», spiega Malnati, «e nel più assoluto riserbo, per evitare ogni rischio di trafugamento». Del resto, in città, sono circa una decina gli scavi in corso (tra questi via Belle Arti e alla Fiera) e l'acropoli romana ritrovata in stazione è già stata oggetto di un tentativo di furto. Per questo «è stato chiesto al nucleo competente dei carabinieri di vigilare sul cantiere anche di notte». «Alcune tombe sono già state violate nell'antichità, altre sono intatte», spiega Malnati. E precisa: «L'intervento su questi sepolcri avviene contemporaneamente ai lavori per il parcheggio: gli archeologi lavorano sin dall'inizio in concomitanza con gli operai e non c'è nessun rallentamento. Questo è il nostro modo di lavorare, da vent'anni, nei siti sensibili. E Bologna è uno di questi, vista l'imponente stratificazione». Al termine della ricerca, poi, «delle tombe non resterà niente, mentre i reperti saranno destinati al museo archeologico». E proprio la squadra di archeologi al lavoro sulla necropoli è responsabile del secondo ritrovamento, quello della diga, avvenuto alcuni giorni fa. Si tratta di una «struttura muraria medievale, uno sbarramento di un canale, che correva parallelo a est del Cavaticcio, e che collegava il canale di Reno con il porto della Salara», spiega Leonardo Marinelli, che ha in mano la pratica per conto della Soprintendenza provinciale per i beni architettonici. «Le dimensioni del manufatto, tombato nel 14° secolo, sono di dieci metri per due», spiega, «e si trova a una profondità di circa 3-4 metri rispetto all'attuale livello della strada. Serviva per realizzare un bacino d'acqua, una riserva utilizzata per usi di energia idraulica legata alle attività manifatturiere». «Il livello di conservazione è buono- dice Marinelli- ma attualmente non siamo in grado di fare una valuta-zione sul valore di questo ritrovamento. Dobbiamo attendere tutte le rilevazioni degli archeologici, che dovrebbero arrivare a breve». Intanto, però, il cantiere è fermo, «visto che la diga si trova proprio al centro dello scavo del parcheggio». Ancora da decidere, dunque, anche la data in cui i lavori potranno riprendere. «Siamo in attesa del responso della Sovrintendenza», dice l'assessore ai Lavori pubblici Maurizio Zamboni. «Solo allora potremo capire se questa diga dovrà essere conservata all'interno del parcheggio, come è avvenuto in un parcheggio di Imola con i resti di una strada romana». Il cantiere dell'ex manifattura (il parcheggio avrà oltre 500 posti, ndr), ricorda Zamboni, «è stato aperto all'inizio del 2005, e il termine è previsto per l'autunno del 2005. Siamo già in ritardo di un mese». Tra le ipotesi anche la rimozione dei resti della diga e la loro ricollocazione in un'altra sede. «Sono valutazioni che non spettano a noi- chiude Zamboni -. Per ora non mi sento di sottovalutare nulla».
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