Contro crolli e vibrazioni ecco il check up dei monumenti Simona Caporilli Il Tempo – cronaca Roma
«LA TECNOLOGIA? Dovrebbe tenere sotto controllo i beni artistici della città e monitorare chiese e monumenti, soprattutto quelli a rischio crollo», a dirlo è il direttore regionale dei Beni Culturali del Lazio Luciano Marchetti, oggi in convegno a Castel Sant'Angelo insieme agli altri soprintendenti romani per i beni artistici e archeologici per parlare, appunto, di tecnologia e monumenti. Il problema, ha aggiunto Luciano Marchetta, sono i costi, altissimi per quanto riguarda metodologie all'avanguardia: «Per dare un'idea, basti pensare alla superficie del Pantheon e ai soldi che dovremmo investire per mettere sotto controllo il monumento. Per il resto, forse dovremmo pensare innanzi tutto a quei monumenti che sono a rischio crollo -le Mura Aureliane sono un esempio - ma anche quelli che sono sottoposti allo stress dello smog e delle vibrazioni delle automobili e degli autobus: penso a Santa Maria Maggiore, al traffico del Colosseo. Saremmo già fortunati se riuscissimo a monitorare due volte l'anno queste aree». Il progetto pilota già ed è partito: riguarda le Mura Aureliane, che verranno sottoposte a un check up continuo a ultrasuoni: il tutto sarà diretto dagli scienziati dell'Istituto di Acustica (Idac) del Cnr per effettuare la diagnosi del monumento e ascoltare «il lamento» dei materiali sottoposti ad agenti atmosferici, a smog e vibrazioni del traffico cittadino. «In questo modo - ha spiegato Giovanni Gregori, ricercatore dell'Idac - potremo sapere se sono in atto cedimenti della struttura, individuarne la posizione e predisporre eventuali interventi». «Quando un materiale sta per cedere emette dei segnali - continua il ricercatore - come una sorta di lamento, percepibile quando i legami che tengono il manufatto vanno progressivamente cedendo. Voglio specificare, comunque, che allo stato attuale non c'è nessun allarme per le Mura Aureliane. Tutti ricordiamo il crollo della Torre Campanaria di Pavia -aggiunge Gregori - oppure della cattedrale di Noto in Sicilia: ecco, con questa tecnica avremmo potuto intervenire in tempo ed evitare i danni. Le Mura Aureliane sono un manufatto molto articolato, con alle spalle una complessa storia di restauri, modifiche e rifacimenti, realizzati con materiali e tecniche di costruzione diversi. Praticamente un laboratorio ideale per questo esperimento».
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