Palazzo Grassi, la Fiat vende solo al Casinò Consuelo Terrin Corriere del Veneto
Un affare concluso •La trattativa Ieri il Casinò ha formalizzato l’acquisto del 51% di Palazzo Grassi dalla Fiat ed entro 18 mesi acquisterà il resto. Intanto la trattativa con Francois Pinault va avanti. Ed è probabile che la querelle entri nella campagna elettorale per il ballottaggio. Sempre ieriil Casinò ha rinnovato le cariche sociali e nominato presidente del CdA Giampaolo Longhin. Al suo fianco Mario Morino, Silla Enea Sandrin, Bruno Sonego e Michele Cardillo. Parlano gli «sconfitti” • La polemica Per i grandi delusi la battaglia sulla cessione è tutt'altro che chiusa. Il magnate lombardo Guido Angelo Terruzzi smentisce il dietrofront attribuitogli dalla Casa da gioco, mentre l'ex assessore al Bilancio Paolo Sprecati non usa mezzi termini: «Il Casinò si assuma la totale responsabilità per il modo in cui, in autonomia, è stato gestito il naufragio di un accordo estremamente conveniente per l'amministrazione comunale».
Le azioni. 51%. E' la percentuale di Palazzo Grassi comprata ieri dalla Fiat e ufficializzate da parte del Casinò di Venezia. Mesi. 18. Entro questo periodo di tempo la Casa da gioco lagunare ha promesso di comprare anche il resto del pacchetto azionario.
Palazzo Grassi passa di mano, ma la polemica non si ferma. Un polemica che coinvolge i politici e non risparmia i vertici del Casinò, accusati dalla famiglia Terruzzi di non aver spiegato come e perché le trattative sono naufragate. Ieri la Casa da gioco ha formalizzato l'acquisto del 51% di Palazzo Grassi dalla Fiat ed entro 18 mesi acquisterà il resto. Per il resto, la trattativa con Francois Pinault va avanti. Ed è probabile che la querelle entri prepotentemente nella campagna elettorale per il ballottaggio. Sempre ieri il Casinò ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali nominando presidente del consiglio di amministrazione Giampaolo Longhin. Al suo fianco, i consiglieri Mario Morino e Siila Enea Sandrin, mentre il collegio sindacale sarà composto da Bruno Sonego e Michele Cardillo. Ma mentre la Casinò spa (che aveva chiuso con un solo voto contrario, lunedì, l'ultimo consiglio di amministrazione sull'acquisto di Palazzo Grassi) , annuncia che la società continua la sua normale attività, sulla questione, altri non hanno ancora messo la parola fine. Preannunciando una battaglia di carte e un confronto politico aspro, Mentre infatti il magnate lombardo Guido Angelo Terruzzi smentisce il dietro-front attribuitogli dalla Casa da gioco, l'ex assessore ai Bilancio Paolo Sprocati non usa mezzi termini :«Il Casino si assuma la totale responsabilità per il modo in cui, in autonomia, è stato gestito il naufragio di un accordo estremamente conveniente per l'Amministrazione Comunale». La famiglia lombarda è rimasta infatti in gioco fino a meno di due settimane fa come potenziale primo cliente ma si è trovata fuori corsa dall'oggi al domani. «La trattativa è stata interrotta da Casinò spa unilateralmente — fa sapere l'industriale in una nota — nonostante nulla fosse mutato sono state attribuite alla famiglia Terruzzi “posizioni inaccettabili", quando invece la famiglia Terruzzi era pienamente disponibile a portare a termine l'accordo. A questo proposito viene ribadita «la certezza — si legge ancora nella nota — che nessun'altra alternativa avrà per Venezia pari valenza e convenienza rispetto a quella che sarebbe stata l'acquisizione della "collezione Terruzzi", unitamente agli altri vantaggi che l'accordo avrebbe comportato per la collettività veneziana». Una posizione condivisa anche dall'ex assessore al Bilancio Giampaolo Sprocati, che aveva seguito passo passo nelle fasi iniziali la trattativa con il magnate lombardo. «Non sono stato informato delle nuove proposte avanzate per Palazzo Grassi e ho appreso solo dalla stampa che il Casinò ha ripreso una navigazione avventurosa in merito alla quale non posso tacere forte perplessità, disappunto e soprattutto — ha commentato — la preoccupazione che non ci sia alcuna certezza in un momento in cui il Casinò deve chiudere la partita. Auspico solo che, visto che si sta formando la nuova amministrazione non si impegnino risorse in questo momento senza quanto meno essersi consultati con i possibili nuovi amministratori».
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