Beni culturali, pronto il decreto che istituisce la garanzia statale A. Che. Sole 24 ore 2/4/2005
ROMA ■ Mostre d'arte con minori costi. A breve diventerà, infatti, operativo il decreto del ministero dei Beni culturali che fìssa le regole per consentire allo Stato di assumersi la copertura dei rischi legati al prestito delle opere d'arte, evitando agli organizzatori degli eventi di pagare onerose assicurazioni. Il provvedimento — il primo dei decreti attuativi previsti dal Codice dei beni culturali: dà, infatti, applicazione agli articoli 48 e 71 — ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera della Corte dei conti e sarà presto pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale». Secondo le nuove regole, l'assicurazione obbligatoria delle opere potrà essere sostituita con la garanzia statale nel caso di mostre o manifestazioni organizzate direttamente dal ministero dei Beni culturali o da enti e istituti pubblici, da istituti di cultura italiani all'estero, da organismi sovranazionali, ma sempre in collaborazione con il ministero. In questi ultimi casi ci dovrà essere un progetto tecnico-scientifico elaborato in sintonia con i Beni culturali, sulla base del quale avviare un'istruttoria — effettuata dagli uffici ministeriali — per decidere se la mostra è meritevole o meno di essere "coperta" dallo Stato. Sono, infatti, previsti sopralluoghi dei tecnici dei Beni culturali per verificare le condizioni di sicurezza degli spazi destinati a ospitare l'evento espositivo. Il ricorso alla garanzia statale consentirà agli organizzatori di evitare i costi dell'assicurazione, che rappresentano una voce cospicua: si pensi cosa può significare coprire, per restare a una mostra recente, i rischi connessi al trasporto e all'esposizione di un quadro di Caravaggio. Quella garantita dallo Stato sarà una copertura "virtuale": non ci sarà, cioè, un esborso di soldi al momento della richiesta di garanzia. Lo Stato metterà mano al portafoglio solo nel caso di danni all'opera. E poiché si tratta di spese annoverate tra quelle "obbligatorie", il conto verrà materialmente pagato dal ministero dell'Economia. È stato questo l'escamotage trovato per risolvere una situazione di stallo: la sostituzione dell'assicurazione con la garanzia statale era stata già tentata in passato, ma accantonata perché, secondo una prima interpretazione, i conti li avrebbe dovuti saldare il ministero dei Beni culturali, i cui bilanci non consentivano (e non consentono) simili esborsi. Trattandosi di spese obbligatorie, invece, interverrà direttamente l'Economia.
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