I musei romani a La Regina - L’ex soprintendente dei beni archeologici è il nuovo presidente di Zetema C. Mar. Venerdì 1 Aprile 2005 Il Messaggero
Da tutore delle antichità a manager dei musei romani. È la scelta di Adriano La Regina, ex soprintendente ai Beni archeologici di Roma, da ieri nuovo presidente di Zètema. Nome che in greco vuol dire “ricerca” ma che da 7 anni - da quando l’azienda esiste - vuol dire gestione dei Musei civici romani. Una scelta a lungo ponderata, quella del professore noto per i suoi “no”. Opposti indifferentemente a tutti, politici e amministratori. Una scelta in un certo senso obbligata dopo la mancata riconferma, da parte del ministero dei Beni culturali. Con successiva protesta dei dipendenti, assemblea sindacale e conseguente chiusura dei più importanti monumenti in segno di solidarietà con il professore, Il ministero dei Beni culturali si disse pronto alla riconferma dello storico “signor no” se il dicastero della Funzione pubblica avesse ritirato una circolare interpretativa della legge 186 del 2004 in base alla quale i provvedimenti di proroga dei funzionari in età pensionabile venivano considerati alla stregua di nuove assunzioni. Ma questa ormai è storia di ieri. Quella di oggi si chiama Zètema, azienda recentemente acquisita per il 75% dal Comune di Roma e per il 25% a Civita. La nomina di Adriano La Regina è stata ufficializzata ieri dal nuovo consiglio di amministrazione. A spingerlo ad accettare è stato il sindaco Walter Veltroni «per non disperdere la grande esperienza» del professore che in questo modo cessa anche di essere «il censore» per antonomasia delle antichità. «Per noi si apre un triennio importante - spiega Albino Ruberti, amministratore delegato della società - per sviluppare nuove sinergie e iniziare una fase di trasformazione dell’azienda La Regina sostituisce Fulvio Vento, presidente di Zetema dal 1998 che resta nel Cda nel quale entrano anche Francesco Carducci e Fabio Nobile. Direttrice della società resta Roberta Biglino. L’azienda conta circa 500 dipendenti. «Il contratto di servizio siglato con il Comune di Roma - continua Ruberti - ci impegnerà per i prossimi tre anni in un ruolo sempre più vitale e importante per la città. Vogliamo arrivare ad una unica tariffazione e ad una card per i Musei comunali attivando rapporti di collaborazione con altre strutture statali, estendere l’orario di apertura dei musei, sviluppare attività espositive ed eventi culturali». L'azienda, che può contare sugli 8 milioni di euro anni garantiti dal Comune, ha dunque le carte in regola per farsi largo nel panorama culturale e nel suo ruolo di gestore di un sistema che conta ben 12 musei: Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Fori Imperiali e Mercati di Traiano, Museo di Roma, Museo di Roma in Trastevere, Museo Napoleonico, Museo Barracco, Museo della Civiltà Romana e Planetario, Museo Canonica e Meridiana, M.A.C.R.O. e Mattatoio, Musei di Villa Torlonia e Museo delle Mura.
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