Beni culturali: Il castelluccio federiciano di Gela Alessandra Bonifazio 01/04/2005, Quotidiano di Sicilia on line
La fantasia popolare racconta che fra le mura del maniero si nasconda "a Travatura"
Da sempre punto di riferimento per scambi e base di appoggio per tutti i Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, dell'antica Gela rimangono ancora i resti medioevali con le grandiose chiese, la cinta muraria e il "Castelluccio", un castello federicano che domina la piana a poca distanza dal fiume omonimo e dal centro abitato.
Situato a circa 8 chilometri dalla città di Gela, si innalza sulla sommità di un rilievo gessoso, a dominio del territorio circostante. Il maniero, che ebbe una funzione eminentemente difensiva, passò al feudo di Anselmo da Moach nel XIV secolo e, successivamente, cadde nelle mani degli Aragonesi. Nel corso dei secoli il Castello fu sottoposto a una serie di distruzioni con conseguenti rifacimenti; la struttura subì danni anche lo scorso secolo, per via del bombardamento seguito allo sbarco alleato del 10 Luglio 1943 in cui subì il crollo di parte della torre est e dell'estremità orientale del prospetto Sud. Attualmente, presenta una struttura a pianta rettangolare, caratterizzata da mura spesse e da due possenti torri angolari; quella posta sul lato Ovest del Castello, conserva i resti di una cisterna collocata al piano terra e di una sala ubicata nel piano sovrastante, nell'altra torre, invece, è stata individuata una cappella scavata nella parete e destinata, probabilmente, a funzioni religiose.
Sul prospetto principale del Castelluccio è visibile una doppia fila di finestre che lasciano presupporre l'esistenza di più piani superiori; inoltre, al suo interno, la struttura conserva, al piano terra, i resti di ambienti comunicanti che avevano principalmente la funzione di stalle e armerie, mentre del piano nobile rimangono solo le mura perimetrali. Come la gran parte dei Castelli medioevali, anche questo è ricordato per una leggenda che si fonde insieme alla sua storia e che viene tramandata di generazione in generazione.
Si narra che nel maniero vivesse una bellissima Castellana dalla lunga chioma nera, la quale con la sua melodica voce incantava i contadini della zona e i molti viandanti che lavoravano nella sottostante pianura. I più vecchi braccianti agricoli narrano che, in passato, altri anziani contadini, una volta giunti nelle vicinanze del Castello, sono stati ammaliati da questa voce melodiosa e che incuriositi si avvicinarono al maniero ma, inspiegabilmente, scomparirono nel nulla. Altri anziani contadini asserivano, un tempo, di aver visto un cavaliere con l'armatura luccicante aggirarsi intorno alla fortezza e, poi, di aver visto scomparire anch'esso nell'oscurità. Queste stranezze mettevano certamente paura ai numerosi viandanti i quali, spesso, rifiutavano di andare a lavorare nella zona e, così, anche i proprietari dei fondi limitrofi si mostravano molto prudenti a non avvicinarsi troppo al Castello. La fantasia popolare racconta anche che fra quelle mura secolari del Castello vi fossero dei fantasmi e che si trovasse nascosto un tesoro, ovvero "a travatura". Di tutto ciò non c'è alcuna evidenza storica che possa confermare quanto detto dalla gente che tramanda tali leggende.
-------------------------------------------------------------------------------- Roccaforte di epoca normanna meta gradita di studiosi ed appassionati
Il Castelluccio di Gela, oltre ad essere l'orgoglio dei gelesi, è da sempre una meta gradita agli studiosi e agli appassionati che trascorrono il proprio tempo all'interno di quelle mura che "conservano" tanta storia. Roccaforte di epoca normanna, risalente al 1143, anno in cui per la prima volta compare scritto su un documento il nome stesso "Castelluccio", è stata, però, di recente, protagonista di spiacevoli vicende che hanno comportato il divieto assoluto d'ingresso al pubblico. Una serie di razzie compiute dai vandali, che hanno scelto il Castelluccio come riparo notturno per i propri incontri, hanno ridotto la struttura in condizioni pessime. Ovviamente ci si è trovati, come si dice comunemente, "tra l'incudine e il martello" perché, privare i visitatori del bene culturale avrebbe, da un lato, comportato diversi disagi al pubblico ma, dall'altro, prendendo questa decisione, sarebbe stata "tutelata" la struttura fino a che non si fosse giunti ad una soluzione per riparare ai danni e far si, nello stesso tempo, che nessuno potesse causarne degli altri. Il Castelluccio, infatti, è stato chiuso per diverso tempo finché l'attenzione al problema è stata posta dall'Associazione "Amici della terra" che ha sollecitato gli uffici della soprintendenza di Caltanissetta, che già era all'opera per ristrutturare il Castelluccio, affinché si accelerassero i tempi e si potesse tornare a visitare questa monumentale testimonianza del passato. In seguito a ciò, la sovrintendenza ai beni culturali di Caltanissetta ha "tranquillizzato" gli animi di chi ormai non sperava più che il maniero potesse tornare al suo antico splendore, comunicando ufficialmente che al termine delle opere di ristrutturazione e in seguito ai lavori di pulizia straordinaria, sarà possibile per tutti accedere al Castello. È già prevista, considerata l'esperienza passata, l'assunzione del personale di custodia, anche se la struttura è stata preventivamente dotata di un sistema d'allarme.
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