Scopriamo «Agrigento museo vìvente» La Sicilia, 31 Marzo 2005
Si chiama «Agrigento museo vivente» il percorso educativo attraverso la conoscenza dei beni culturali, curato dalle docenti Elvira Forasassi, Anna Aucello ed Enza Alio della scuola elementare Lauricella che ha per destinatari alunni e genitori. «L'obiettivo è di condurre gli alunni alla consapevolezza del valore storico e sociale dei monumenti - spiega Elvira Forasassi - del profondo legame che lega il presente al passato e la necessità di rispettare, conservare e valorizzare i beni culturali. Questo studio, che coinvolge oltre agli alunni anche un gruppo di genitori, si avvale non solo della parte teorica, ma viene fatto attraverso la visione diretta di tre monumenti: la chiesa di San Francesco d'Assisi, il monastero di Santo Spirito e la chiesa di San Lorenzo». Studenti e genitori insieme a visitare i tre monumenti, a conoscere i caratteri dell'architettura araba, bizantina e chiaramontana e le caratteristiche peculiari dei vari popoli che hanno dominato Agrigento. Una città ricca di storia e di monumenti, pervenuti a noi in buono stato di conservazione. Come la chiesa di San Francesco d'Assisi visitata dai ragazzi insieme all'architetto Franco Vecchio, che ne ha illustrato i dettagli e spiegato l'architettura. «E' stata eretta nel Settecento su un antico impianto del 1305 e si insedia nell'antico borgo di San Francesco fuori le mura - ha spiegato l'architetto Vecchio - Fu Federico, figlio della marchisina Prefoglio, a costruire il convento di San Francesco nella cosiddetta terra nuova. Del convento medioevale oeei rimane ben DOCO. tali sono state le aggiunte e le trasformazioni operate nei secoli successivi, specialmente dal Settecento in poi. Percorrendo via Pirandello sotto l'attuale campanile posto a destra della facciata principale, scendendo nella sottostante cripta, tappato e mutilato un gran portale chiaramontano orientato da sud a nord, ma la sua faccia decorata è quella di sud, con modanature, fogliami e arabeschi di stile arabo normanno». Le spiegazioni dell'architetto Vecchio catturano l'attenzione dei ragazzi, che cominciano a osservare con curiosità ciò che hanno sempre visto senza consapevolezza e la curiosità è accompagnata da numerose domande, soprattutto quando per la prima volta i ragazzi hanno avuto modo di ammirare una cappella poco conosciuta agli agrigentini. «In corrispondenza dell'abside della chiesa nuova vi è una cappella divisa per tutta la sua lunghezza da due costoloni sostenuti da dieci colonnine ottagonali - ha detto Franco Vecchio - Molto interessante è una nicchia grande con una piccola abside ogivale, con un frontone riccamente decorato, secondo lo stile arabo normanno con influenze bizantine. Nel 1863, in seguito alle leggi di soppressione dei conventi, i pochi frati Minori rimasti, dovettero andare via e successivamente l'edificio fu trasformato per ospitare le scuole pubbliche e vi fu collocato il nascente museo archeologico».
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