Un pezzo di storia nell'abbandono Angelo Biscardi Gazzetta del Sud - Cosenza 31/3/2005
CASTROVILLARI - Ancora abbandonata. Tra venti giorni l'area archeologica di contrada Dolcetti compirà il suo secondo "compleanno". Un anniversario amaro per la cultura e l'archeologia. La zona, però, zona continua a fare la fortuna degli "amanti" dell'archeologia. Già, perché ormai da qualche mese si susseguono segnalazioni d'intrusioni nel perimetro e nell'area attigua della vecchia discarica Rsu di Campolescio. Oggi resta poco dei sei "saggi" 5 metri per 5 scavati da una decina di bravi archeologi. Sul posto è ancora visibile qualche nastro rosso, pochi pali ed i teloni impermeabili che coprono, ormai da un anno e mezzo, qualcosa di molto prezioso per il capoluogo del Pollino. Nient'altro che questo. Gl'investigatori, che sono coordinati nelle indagini dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Castrovillari, dott. Sandro Cutrignelli, stanno poi indagando sui funzionari che rilasciarono i permessi per costruire il mega selettore dei rifiuti in un'area di 80 ettari zeppa di reperti archeologici. Ma nessun vincolo dell'area è stato attivato della Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria. Da oltre due anni, infatti, il sito continua ad essere abbandonato a se stesso, nonostante la risultanza scientifica (costata ai contribuenti svariate migliaia di euro) sia già stata inoltrata nella sede della Soprintendenza di Reggio Calabria ed i reperti consegnati presso il museo della Sibaritide. Oggi, dunque, serve nuova svolta. Per questo, gl'investigatori non hanno escluso l'inizio di una procedura volta a meglio definire la presenza e la tutela della Soprintendenza nell'area in questione. Nell'aprile del 2003 fu individuata un'antichissima villa romana (I sec. A.c. - I sec. D.c.) "scoperta" proprio in contrada Dolcetti, un'area situata sul tacciato della vecchia Via Popilia Annia ed il fiume Sybaris (oggi Coscile). La particella in questione - già stata segnalata alla Soprintendenza negli anni '80 dall'archeologo prof. Di Vasto - nei primi mesi del 2003 finì nell'occhio del ciclone: un'ordinanza esecutiva della Regione, corroborata da autorizzazioni di tecnici locali, regionali e del ministero, dava il via libera per la costruzione di un mega impianto di selezione dei rifiuti di 132.500 tonnellate. Il 26 aprile del 2003, tuttavia, la procura della Repubblica di Castrovillari, che accertò un esposto-denuncia dei rappresentanti del comitato "Castrovillari contro l'impianto dei rifiuti", svolse giusto sopralluogo, diretto dal sostituto procuratore titolare delle indagini, Sandro Cutrignelli, ed al quale parteciparono l'allora vice questore aggiunto, Anna Paniccia; il capitano della locale Compagnia, Giacomo Campus; i detective del Nucleo tutela patrimonio culturale del capitano, Raffaele Giovinazzo; gli agenti della particolare sezione di polizia municipale giudiziaria, coordinata dal responsabile, Dario Giannicola. In poche ore furono raccolti numerosi reperti archeologici, tanto che al magistrato bastarono pochi giorni per porre sotto sequestro l'intera particella (oggi è stata dissequestrata e riconsegnata al legittimo proprietario). In seguito, nell'ottobre del 2003, partirono i primi lavori di scavo del perito della Procura, Mario Langel-la. Le operazioni videro l'impiego di 10rnila euro ed alcuni uomini e mezzi del comune, il coinvolgimento di tre archeologi, 2 tecnici specializzati, un topografo, tre geologi, di cui due utilizzati per analisi to-mografiche computerizzate per l'individuazione di strutture murarie sotterranee. Le indagini archeologiche permisero d'individuare tutta una serie di strutture murarie di età romana e per la prima volta, nel territorio di Castrovillari, una fornace di età ellenistica, oltre ad una notevole quantità di materiale ceramico, metalli, resti, ossei, ecc.
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