LE MANI DEL GOVERNO SULLA SIAE: URBANI VUOLE METTERCI UN COMMISSARIO Gabriella Gallozzi l'Unità 24/03/2005
Nonostante sia stata smentita la possibile «sofferenza economica» del bilancio. Nonostante il cda sia al completo se solo venisse ratificato il reintegro del presidente e dei tre consiglieri estromessi, il governo va dritto per la sua strada. E il «golpe» alla Siae messo in atto dalla Casa delle Libertà, con An in testa, è dietro l'angolo.
Per oggi, infatti, dalla sede del Consiglio dei ministri, dove si dibatterà la querelle relativa alla Società degli autori e degli editori (la Siae), potrebbe arrivare il temuto e inopinato 0 commissariamento. Azzerata l'assemblea, organo sovrano della Siae, in rappresentanza di tutte le associazioni, fatto fuori quello che resta del Cda, al timone della società dovrebbe arrivare Francesco Sicilia, dirigente di lungo corso ai beni culturali e attualmente capo del dipartimento spettacolo del Ministero, nei panni, appunto di commissario straordinario.
«Quello che temevamo si è puntualmente avverato: il governo ha messo le mani sulla Siae con un commissariamento che non ha alcuna logica se non quella di una grave ingerenza politica», commenta Giovanna Grignaffini dei Ds che già in passato, per scongiurare questa ipotesi, si era fatta interprete di una interrogazione parlamentare.
«Il blitz di Urbani è figlio di una strategia di "occupazione" che questo governo sta mettendo in atto oramai da tre anni. - commenta la senatrice -Quali sono le motivazioni che hanno portato a questa scelta? Il ministro Urbani ce lo deve spiegare, alla luce del fatto che l'ultima assemblea della Siae ha decretato la totale assenza di buchi nei conti della Società ricusando l'ipotesi di problemi sul bilancio preventivo del 2005».
Inoltre, prosegue, «il 21 febbraio scorso il Ministero delle Finanze ha approvato il contenuto del bilancio che presenta un risultato positivo di 58 mila euro.
Alla luce di questa situazione - conclude - il commissariamento è, in tutto e per tutto un abuso inaccettabile, un atto di arro-ganzapolitica che di fatto limita la libertà di azione di un Consiglio d'amministrazione legittimamente eletto». Dello stesso avviso è anche Vittoria Franco, responsabile nazionale dei Dsper la cultura che sottolinea come esistano «tutti i presupposti per evitare il commissariamento della Siae» che altrimenti «sarebbe una grave ingerenza del governo in un ente autonomo».
Secondo la senatrice diessina, «si stenta a comprendere quali possano essere le ragioni di merito cheportano il ministro Urbani a favorire il commissariamento della Siae. Esistono invece tutti i presupposti per procedere sulla strada intrapresa, e cioè quella di far sì che il Cda eletto dall'assemblea dei soci possa iniziare a lavorare a pieno regime per attuare il programma elaborato già nel 2003 e al quale gli autori e gli editori hanno aderito con il proprio consenso elettorale».
Un augurio viene da Giuseppe Giulietti, componente Ds della commissione cultura della Camera. Che lancia un appello: «mi auguro che nel governo ci siano ancora persone dotate di razionalità che vogliano trovare delle strade diverse». Delle quali persino Antonello Venditti si fa portavoce: «Non vedo proprio i presupposti che legittimino una grave ingerenza politica - afferma Venditti-. La Siae è una società a contenuto privatistico e come tale va rispettata». Mentre dal Polo, tra Lega e Udc, l'attacco proprio in queste ultime ore si fa ferrato con accuse di «gravi irregolarità di gestione» e «debolezza» economica.
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