PISA - Chiese a rischio, serve un Piuss urgente di Carlo Venturini 15-06-13, IL TIRRENO Pisa
PISA «Lanciamo un Piuss per le urgenze del nostro patrimonio storico-culturale e paesaggistico». La proposta è firmata da Mauro Del Corso, presidente nazionale e della sezione locale degli Amici dei Musei e Monumenti, all’indomani del resoconto dell’attività dell’associazione. Del Corso, sensibile “cantore” delle bellezze della nostra città, non tace l’urgenza di interventi sinergici per salvare patrimonio «che è di Pisa, dell’Italia, del mondo e della cristianità». L’elenco delle urgenze sarebbe anche più lungo, sottolinea Del Corso, ma si limita a quelle più importanti. San Paolo a Ripa d’Arno. Il soggetto proprietario della chiesa è la parrocchia, dunque la curia. «Vogliamo alzarci una mattina e vedere San Paolo in rovina? Vogliamo farci ridere addosso dall’intero mondo che potrebbe rimproverarci dicendo che a Pisa i monumenti li lasciamo crollare?», attacca Del Corso. «L’insigne chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, nota ai pisani come il Duomo vecchio, è uno degli esempi più belli e più puri del Romanico pisano - prosegue - in un contesto ambientale fino a ieri di straordinario fascino e suggestione. Vi sono problemi strutturali seri e comunque, alla luce delle attuali tecnologie, risolvibili. Si sono spostati i templi di Abu Simbel e la cattedrale di Città del Messico, sopraelevandola, possibile che non si voglia porre mano con decisione al salvataggio di San Paolo?». L’impegno finanziario da assumere è forte, si parla di oltre 3 milioni di euro. «Ma è comunque un impegno irrinunciabile - dice Del Corso -. Per il momento già tagliare le erbe infestanti che stanno soffocando l’esterno delle chiesa sarebbe un segno di buona volontà e dimostrerebbe ai moltissimi turisti delusi che il monumento non è abbandonato». Chiesa di Sant’Agata. Contigua a San Paolo a Ripa d’Arno, proprietà comunale, «è un gioiello in cotto - spiega il presidente degli Amici dei Musei - che versa in stato di assoluto degrado, incuria e sporcizia. Pare vi siano disponibilità finanziarie già deliberate al riguardo, ma, per ora, è nulla di fatto». San Francesco. Di proprietà statale, è «una delle chiese più belle ed imponenti della città, di diretta fondazione francescana». Le funzioni liturgiche sono ridotte al minimo per lo stato di rischio sia riguardo al chiostro, più grave, che per la Sala del Capitolo di San Bonaventura, dove ci sono gli affreschi di Niccolò di Pietro Gerini. Campanile di San Piero. Il campanile della basilica di San Piero a Grado (proprietà della parrocchia) è definito da Del Corso «l’Incompiuto». Dopo un primo avvio di ricostruzione a seguito della distruzione bellica, negli anni scorsi c’è stata la ripresa dei lavori, lunga e faticosa, grazie ad un contributo straordinario del ministero dei Beni culturali. Il restauro è arrivato circa a metà dell’altezza, poi il blocco per mancanza di fondi. «Addirittura è stato coperto con un tetto da capannuccia che ne svilisce l’immagine - dice Del Corso -. Da ricordare che San Piero a Grado è l’unico santuario petrino della cristianità dopo San Pietro in Vaticano, la cui memoria dello sbarco dell’Apostolo, risale almeno ad epoca carolingia. Non si tratta qui solo della mera ricostruzione di un campanile, ma della restituzione al complesso della sua identità». Piuss per i beni culturali. «Bisogna recuperare lo spirito che ha fatto sì che i progetti del Piuss pisano siano stati tutti finanziati e cioè la sinergia tra tutti gli enti - conclude Del Corso -. Ci vuole un Piuss per le nostre bellezze. Pensate che la messa in sicurezza della chiesa di San Paolo sia una questione della sola parrocchia? Pensate che la Certosa di Calci sia un problema che deve sbrigarsi da sola la Sovrintendenza? Tutti gli enti, le Fondazioni, i grandi poli universitari sono chiamati a tamponare le emergenze ed a valorizzare il nostro patrimonio, che è cittadino e mondiale al tempo stesso».
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