In trappola gallerista e restauratore che rubavano i quadri a Brera ORIANA LISO la Repubblica cronaca di Milano 19-03-05
UNA tecnica semplice, quasi un gioco da ragazzi, che spiazzava anche il più attento gallerista. Messa in pratica dopo aver recitato da attore consumato la parte dell'esperto d'arte, del serio e distinto professionista. Chiedeva di vedere un quadro o una scultura e senza tirare fuori armi o fare minacce riusciva a portare via quadri, a volte anche di grosse dimensioni, con il complice pronto alla fuga sullo scooter parcheggiato fuori, lasciando di stucco il gallerista di turno. Un ex antiquario fallito e un ex restauratore, quest'ultimo con precedenti specifici, sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza: sono accusati di ricettazione e di nove episodi di furto aggravato, per un totale di 11 opere d'arte (valore complessivo 200mila euro) in negozi di antiquariato, tutti concentrati tra Brera e i dintorni di corso Indipendenza. Due di queste sono state recuperate, mentre le altre sono probabilmente già finite sul mercato clandestino. Ora le indagini, condotte dal pm Rossana Penna, accerteranno la provenienza di altri quadri trovati nell'appartamento in cui sono stati fermati, a Gallarate. La mente dei due era R.C., 50enne milanese, un passato remoto da antiquario e un presente di espedienti, aiutato da un 39enne, anche lui milanese. La prima denuncia è di quasi un anno fa: un gallerista di via Solferino racconta di essere stato derubato di un dipinto di Silvio Poma, valore 20mila euro. Da allora, le denunce (raccolte anche dalla Fima, la federazione italiana dei mercanti d'arte) si susseguono. Via Ramazzini, Fiamma, Pisacane, fino all'ultima, a febbraio. Ogni volta gli antiquari descrivono la stessa persona e la stessa tecnica. Un elegante signore che si presentava come ingegnere o notaio entrava in negozio chiedendo di vedere un quadro o una piccola scultura. Mostrava competenza su tecniche pittoriche, valore, conservazione, tanto damettere a proprio agio l'antiquario, che credeva di avere di fronte un vero (e danaroso) cliente. Alla fine, chiedeva di vedere il quadro alla luce del sole. Lì il gioco era fatto: appena varcata la soglia, l'uomo saltava in sella allo scooter guidato dal complice e spariva. In alcuni casi i ladri avevano usato una variante: squillava il telefono del negozio, il gallerista si distraeva per rispondere e l'uomo fuggiva. A fare le telefonate, il complice appostato fuori con il cellulare. Mesi di indagini hanno portato i militari alla villetta di Gallarate: qui c'erano i due uomini e tante opere d'arte appese alle pareti o esposte sui mobili. Oltre al dipinto di Poma, i carabinieri e l'esperto d'arte convocato sul posto hanno riconosciuto un altro quadro rubato in una galleria milanese, una tela di scuola fiamminga del valore di 95mila euro. Delle altre undici opere i due uomini non hanno saputo dare spiegazione: ora verranno controllate tutte le denunce fatte anche fuori Milano in gallerie d'arte e botteghe antiquarie. |