CINEMA - La legge Urbani cambierà a marzo Italia Oggi, 16/03/2005
Nuovi cambiamenti per la legge cinema Urbani. Le modifiche arriveranno a fine marzo e riguarderanno i documentari e le modalità di assegnazione dei finanziamenti. Ad annunciarlo è stato Gaetano Blandirli, direttore generale per il cinema, durante il convegno «II sistema cinematografico italiano nel cuore della riforma Urbani», organizzato per le Grolle d'Oro di Saint Vincent. Alle Grolle si è parlato anche di product placement e di pirateria che mette sempre più a rischio gli incassi cinematografici. «I documentari non vanno trattati come i film», ha spiegato Blandini. «Questo perché hanno un mercato molto diverso. Per i criteri di assegnazione dei finanziamenti, invece, non ci si può fermare ai lungometraggi che hanno ottenuto un premio. Il giudizio è troppo restrittivo. Per questo motivo, estenderemo la valutazione positiva anche a film che sono entrati fra le nomination dei premi più importanti». Verrà pure cambiato il passaggio della legge che stabilisce come finanziare le associazioni. «Per questi contributi non si aggiudicheranno più i finanziamenti, per il 70%, solo alle strutture che abbiano già ottenuto finanziamenti negli ultimi cinque anni. Allargheremo la possibilità anche a nuovi soggetti». Durante il convegno Blandini ha difeso il testo di legge, di cui è stato lui stesso tra i redattori. Comunque, non sono mancate le polemiche da parte di molti artisti presenti, tra i quali Ricky Tognazzi, Simona Izzo ed Eleo-nora Brigliadori. Gli attori hanno sottolineato come la riforma Urbani tenga in scarsa considerazione le sceneggiature, le opere prime e i giovani talenti. «Per le sceneggiature sono previsti premi», ha replicato Blandini, «lo stato ha il compito di finanziare progetti pronti, oltre che semplici idee. E per i giovani già si finanzia, con 115 milioni di euro, il Centro sperimentale». Per quanto riguarda il product placement, Paola Mazzaglia, amministratore delegato di Camelot, ha riferito che i settori commerciali più interessati al grande schermo sono telefonia, moda e largo consumo. Invece, la pirateria si può combattere facendo uscire i film contemporaneamente in sala e in dvd, come ha ribadito il produttore Aurelio De Laurentiis. Davide Rossi, presidente di Univideo (Associazione operatori home video), propone infine una campagna pubblicitaria giocata sul concetto che «la pirateria è una burinata e i giovani devono sentirla poco trend». Ma la sala del convegno ha risposto che è necessario abbassare i prezzi
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