Santa Cecilia, la musica fa silenzio - Protesta dei dipendenti contro blocco delle assunzioni e nomine dei direttori R.Sp. Sabato 12 Marzo 2005 Il Messaggero
Da oggi attività sospese e scioperi a scacchiera. Stasera salta il concerto di Sawallisch all’Auditorium
ROMA - Santa Cecilia si ferma. Ed è un'azione di protesta senza precedenti. Da quest'oggi è blocco dell'attività e se non interverranno fatti nuovi, si continuerà con un'astensione a scacchiera dal lavoro che durerà fino alla fine della stagione. Stasera salta il concerto diretto da Wolfgang Sawallisch all'Auditorium (ma non il "family concert" di domani), lunedì e martedì le repliche e poi cadranno altre dieci manifestazioni, tra cui il debutto del prossimo appuntamento di Sawallisch e poi "prime" o repliche con Chung, Pappano, Tate, Luisi. Ma la situazione è tesa anche in altre istituzioni romane: Teatro dell’Opera e Orchestra di Roma e del Lazio. E martedì lo sciopero nazionale delle fondazioni lirico-sinfoniche. Da parte dei complessi artistici dell'Accademia, una protesta dura ma motivata con chiarezza e messa in atto dopo molti avvertimenti. Il pubblico l'ha condivisa, come dimostra il grande applauso che ha salutato l'annuncio dello sciopero dato sabato scorso prima della Carmen diretta da Pretre all'Auditorium. I dipendenti dell'Accademia si oppongono alla politica del Governo, che lascerebbe campo libero ad alcuni sovrintendenti accusati di «voler svuotare le istituzioni dei complessi artistici dipendenti». Netta la contestazione dell'emendamento 3 bis del decreto del 31 gennaio n. 7, che impone il blocco delle assunzioni per un triennio: questa norma impedirebbe di mantenere i normali standard qualitativi a istituzioni, come l'Accademia, che sono in regola perché non hanno personale in esubero e possono dimostrare preventivamente di coprire le spese. Altro aspetto dell'emendamento che i dipendenti di Santa Cecilia respingono è quello secondo cui il direttore artistico o musicale non verrebbe più scelto tra i musicisti o musicologi più rinomati e competenti, lasciando così aperta la porta a logiche personalistiche o di lottizzazione. Naturalmente, sotto accusa anche la politica di continui tagli delle risorse economiche destinate allo spettacolo dal vivo. Per dare forza alle loro rivendicazioni, i musicisti porteranno avanti una serie di inziative coinvolgendo l'opinione pubblica e le autorità, a partire dal sindaco di Roma, Veltroni. La situazione è seria in tutta Italia. C'è già stata un'astensione dal lavoro a Bologna e le acque non sono tranquille nemmeno al Teatro dell'Opera. Non è sciopero ma i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione e mercoledì, prima dell'inizio dell' Attila , il direttore artistico Mauro Trombetta ha letto un comunicato dei complessi artistici e tecnici in cui si denuncia il blocco delle assunzioni, la precarizzazione del lavoro artistico, la caduta dei controlli sulle spese degli allestimenti e l'annullamento della libera contrattazione tra le parti. Si contestano i sovrintendenti che hanno creato bilanci passivi "astronomici" e si chiede prioritariamente il ritiro dell'emendamento, ricondando che il Teatro dell'Opera è da tempo un "esempio virtuoso" a livello di gestione economica. Infine ha proclamato domani uno sciopero «per gravi motivi contrattuali» l’Orchestra di Roma e del Lazio in occasione del previsto concerto diretto da Lu Jia all’Auditorium.
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