Beni culturali ecco le regole per comunicare Salvo Vitrano Il Mattino 11/3/2005
L’arte e, in genere, il bene culturale hanno un valore. Sarà difficile trovare chi non è d’accordo su quest’apparente verità elementare. Tra chi cerca impagabili emozioni davanti alla bellezza, chi sborsa milioni per comprare capolavori, chi calcola gli incassi derivanti dalle carovane di turisti, chi ricorre ai bagarini per non perdersi l’ultimo Caravaggio. Però può essere complicato provare a definire qual è questo valore nella percezione media collettiva. Come si propone tra l’altro di fare il progetto su «Comunicare il bene culturale» proposto da oggi a Napoli con un convegno intitolato «Il bene culturale è un valore per tutti?» (oggi e domani dalle 9,30 al Teatro di Corte di Palazzo Reale), una mostra di sei fotografi con «Obiettivo Napoli» (fino al 12 aprile con due collocazioni, nella sala Dorica di Palazzo Reale, inaugurazione oggi alle 18,30, e nel Cellaio del Real Bosco di Capodimonte, con supplementi audiovisivi, inaugurazione domani alle 13,30), un concerto con musiche originali del maestro Patrizio Marrone (lunedì 14 al Teatro di Corte alle 19). Il progetto è stato ideato e realizzato dalla Soprintedenza per i Beni Aachitettonici, il Paesaggio e per il Patrimonio storico artistico di Napoli, coordinamento del soprintendente Enrico Guglielmo e di Patrizia Nicoletti, ed è stato finanziato dalla Regione Campania (assessorato ai Beni culturali) nell’ambito d’un programma europeo. Non si propone solo una messa a fuoco delle questioni ma anche di fornire concreto stimolo a una più precisa e ricca percezione dei beni. I sei fotografi, nella mostra curata da Giusi Laurino, hanno attraversato la città per raccontare l’intrecciarsi di segni delle storie antiche e del presente, per illustrare come il bene culturale può trovarsi nel tessuto del vivere quotidiano. Ognuno lungo un percorso: Gabriele Basilico da Fuorigrotta al Centro Direzionale, Luca Campigotto svelando scenografie urbane notturne, Vincenzo Castella passando dalla città al giardino storico di Capodimonte, Mimmo Jodice trovando nel centro storico immagini sospese nel tempo e nella fantasia, Pino Musi mettendo a confronto l’archeologia antica e quella industriale con sofisticate tecniche di stampa in bianco e nero ”materico”, il giapponese Eikoh Hosoe sconfinando a Pompei per una saga d’immagini in cui si fondono l’appassionata curiosità per la «diversità» della civiltà mediterranea e l’ironia. Centrale nel convegno, con cura scientifica di Alberto Scandolara, con intervento, stamattina, di Antonio Bassolino, sarà la presentazione da parte di Elio Cimadori, presidente dell’Airesis, di una ricerca qualitativa su «Rapporto tra bene culturale e cittadino» compiuta in Campania, Lazio e Lombardia.
|