Da Pompei a Palazzo Vecchio alla cultura un superdirettore Marzio Fatucchi Repubblica Firenze 10/3/2005
Palazzo Vecchio, arriva il superdirettore della cultura. E' Giuseppe Gherpelli il nuovo dirigente di tutto il settore legato ai beni artistici, architettonici, ai musei ed alla proposta culturale del Comune di Firenze. Nato a Reggio Emilia 57 anni fa, docente alla Bocconi di Milano, tra i massimi esperti del settore a livello nazionale, è sua la prima esperienza di autonomia di una soprintendenza, nata per volontà dell'allora ministro Walter Veltroni: quella speciale di Pompei, dal 1998 al 2002. Quattro anni da «City manager», terminati sotto il ministro Giuliano Urbani, l'ultimo (e forse unico) tentativo di rinnovamento nella più grande area archeologica d'Italia, sia sul fronte dei servizi innovativi (da una differente gestione delle biglietterie ai punti di informazione all'organizzazione dell'esposizione), della direzione sceintifica fino a una maggiore trasparenza. Un cambiamento che scatenò la reazione persino della criminalità organizzata. Gherpelli è stato scelto tra i 53 partecipanti al concorso: «Siamo soddisfatti, sia per la partecipazione che dimostra quanto sia importante dirigere la cultura a Firenze, sia per la scelta: Gherpelli è uno dei manager culturali più qualificati d'Italia, non solo per la gestione di Pompei, ma anche per il suo curriculum scientifico e l'esperienza amministrativa» afferma l'assessore alla cultura Simone Siliani. Il nuovo direttore sarà chiamato a riorganizzare tutta la macchina comunale, innovando molte esperienze già in fase di attività, come la rete dei musei comunali o le biblioteche, ma anche guardando ai nuovi progetti, dice Siliani: «Penso alla Biblioteca della Città, all'ex Meccanotessile, ai nuovi musei Bardini e del '900. Dobbiamo migliorare la performance sia qualitativa che quantitativa». Una mezza rivoluzione? «Non credo nelle rivoluzioni, ma in un riforismo profondo, in modo che il Comune rappresenti il fulcro di un sistema di offerta culturale che abbia anche indirettamente un riferimento in noi. Una piccola rivoluzione riguarda invece sicuramente la possibilità di gestire i beni e servizi culturali attraverso forme nuove (fondazioni, associazioni, consorzi), come prevede l'articolo 115 del codice dei beni culturali. Ma la struttura, a partire dal direttore Goretti chel'ha retta in questo passaggio importante, continuerà a lavorare con noi, con un ruolo fondamentale».
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