Brera compra un soffitto dipinto di Fontana Armando Besio La Repubblica –Cronaca Milano
Realizzato nel 1956 per un hotel dell'Elba è stato staccato e trasportato a Milano
UN SOFFITTO di cemento decorato da Lucio Fontana nel 1956 per un albergo dell'Isola d'Elba è stato acquistato dal ministero dei Beni culturali, staccato a cura di una restauratrice milanese, trasferito su pannelli e affidato alla Pinacoteca di Brera. La singolare operazione verrà presentata con un video a Brera il 7 aprile. Intanto oggi, sempre in Pinacoteca (sala XV), per la serie "Brera mai vista", apre una piccola ma preziosa mostra che espone due quadri di Fontana inediti per il grande pubblico, eccezionalmente prestati dalla Fondazione Fontana di corso Monforte, che documentano l'attività dell'artista in quei formidabili anni cinquanta. Anni in cui il maestro dello spazialismo realizzò diversi interventi di arte ambientale: l'arabesco al neon della Triennale del '51, il soffitto a buchi del Padiglione Breda, il soffitto del Piccolo Teatro di via Rovello. E, appunto, il soffitto (150 mq) della sala da pranzo dell'Hotel del Golfo di Procchio, all'Elba, realizzato nel 1956. L'acquisizione (750 mila euro) è stata decisa dalla Dare (la Direzione arte e architettura contemporanea del ministero) per scongiurare la perdita dell'opera, che sarebbe stata distrutta nei lavori di ristrutturazione dell'hotel. Il complicato distacco è stato eseguito dal laboratorio Barbara Feniani e diretto da Matteo Ceriana della Soprintendenza di Brera, nei cui depositi giacciono ora i pannelli. La Darc aveva pensato di riutilizzarli per uno dei soffitti di palazzo Citterio, destinato a ospitare i nuovi spazi della Pinacoteca. Ma le più recenti strategie ministeriali prevedono l'utilizzo di palazzo Citterio al servizio dell'Accademia, che dipende da un altro ministero, quello dell'Università. Il destino del soffitto di Fontana appare dunque incerto. Un'ipotesi ne prevede il riuso all'interno del nuovo Museo del Novecento, sempre che il Comune si decida a fai partire il cantiere dell'Arengario. Altrimenti, la Darc potrebbe decidere di portare il soffitto a Roma, e affidarlo al MAXXI, il Museo delle arti del XXI secolo, progettato da Zaha Hadid, in costruzione nella capitale. Se così fosse, per Milano sarebbe una beffa.
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