Silenzio-assenso: 30 giorni poi il via a nuove imprese e lavori Antonella Baccaro Corriere della Sera 5/3/2005
ROMA—«Una svolta epocale». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha presentato così la «Dichiarazione d'inizio attività» e la nuova regola del «silenzio-assenso» che diventeranno gli articoli 11 e 12 della legge sulla competitività e serviranno a semplificare le procedure burocratiche. Chiunque presenterà una domanda per avere l'autorizzazione «per qualsiasì intrapresa», attività economica o modifica architettonica, fornendo una serie di autocertificazioni, dovrà aspettare 30 giorni, scaduti i quali, nel caso di silenzio dell'amministrazione, l'autorizzazione si intenderà concessa. Ma sull'innovazione, che dovrebbe avvicinare i cittadini alla pubblica amministrazione, cala il veto degli ambientalisti, preoccupati che la norma possa essere applicata anche in presenza di beni culturali, paesaggistici e ambientali. Per questo, secondo il Verde Sauro Turroni, la generalizzazione del silenzio-assenso «consente in nome dello sviluppo, il sacco definitivo dell'Italia». BASTA SILENZI — «Meno leggi inutili e più libertà». Il ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini, azzarda uno slogan per presentare la sua prima iniziativa. «Non vogliamo sottrarre alla pubblica amministrazione i poteri —tiene a precisare — vogliamo che qualsiasi amministrazione possa essere in grado di dare in tempi certi una risposta ai cittadini e alle imprese: un sì o un no, motivandolo. Questo è il segreto per cui non ci potranno essere più richieste inevase per anni». Forse intuendo le obiezioni degli ambientalisti, il ministro precisa che la norma non riguarderà «i beni culturali, quelli ambientali e i vincoli urbanistici regionali». CONDONO MASCHERATO — Ma al fronte ecologista non basta. «Data la situazione in cui versano tutti i nostri enti pubblici, il silenzio-assenso è uno strumento pericolosissimo che va usato in modo puntuale e in estrema cautela» attacca il Wwf. Il rimedio suggerito? Specificare esplicitamente le leggi a cui si applica il silenzio-assenso «e non solo i temi che possono essere esclusi». Legambiente attende «di conoscere i contenuti del provvedimento», ma per il presidente Roberto Della Seta «si può già dire che esso si muove nella medesima logica che ha portato questo governo a varare il condono edilizio e ad aprire la strada alla alienazione dei beni di proprietà dello Stato, delle Regioni, dei Comuni». Ancora più netto Turroni: «Si tratta di un condono preventivo, gratuito e che non servirà neppure a fare cassa. Infatti l'esclusione dei beni culturali e ambientali, che Berlusconi e Baccini millantano, non servirà a nulla dato che riguarderà, come al solito, la ristrettissima categoria dei beni sottoposti a vincolo puntuale». In serata giunge la precisazione del ministro Baccini che insiste: «L'attestazione di tempi certi all'azione delle pubbliche amministrazioni è oltremodo l'ulteriore segno del processo di modernizzazione del sistema Italia. Restano comunque esclusi dal provvedimento alcuni settori particolarmente sensibili alcune specifiche fattispecie di particolare delicatezza, così come rammento sta alle Regioni la competenza in materia di urbanistica ed edilizia».
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